L'imperfetto

Obiettivi

 

Osservare e dedurre

Left side - portrait of Marie Catherine d'Aulnoy, Right side - Portrait of Carlo Collodi

Da "La bella dai capelli d'oro" di Marie-Catherine d'Aulnoy, tradotto da Carlo Collodi (1875).

C’era una volta la figlia di un Re, la quale era tanto bella, che in tutto il mondo non si dava l’eguale; e per cagione di questa sua grande bellezza, la chiamavano la Bella dai capelli d’oro, perché i suoi capelli erano più fini dell’oro, e biondi e pettinati a meraviglia le scendevano giù fino ai piedi.

Essa andava sempre coperta dai suoi capelli inanellati, con in capo una ghirlanda di fiori e con delle vesti tutte tempestate di diamanti e di perle, tanto che era impossibile vederla e non restarne invaghiti.

In quelle vicinanze c’era un giovane Re, il quale non aveva moglie, ed era molto ricco e molto bello della persona.

Quando egli venne a sapere tutte le belle cose che si dicevano della Bella dai capelli d’oro, sebbene non l’avesse ancora veduta, se ne innamorò così forte, che non beveva né mangiava più; finché un bel giorno, fatto animo risoluto, pensò di mandare un ambasciatore per chiederla in isposa.

Fece fabbricare apposta una magnifica carrozza per il suo ambasciatore: gli dette più di cento cavalli e cento servitori, e si raccomandò a più non posso perché gli conducesse la Principessa.

 



Rispondete a queste domande:

  1. Quali sono le forme della terza persona singolare e plurale per i verbi -are e -ere all'imperfetto?
  2. Nella fiaba de “La bella dai capelli d’oro,” qual è la differenza tra le situazioni all’imperfetto (era tanto bella, la chiamavano, Essa andava, ecc.) e le situazioni al passato remoto (Quando egli venne, se ne innamorò, ecc.)?
  3. Quale effetto ebbero le cose dette dalla gente sul Re quando le sentì? Cosa fece dopo quel punto?
  4. Secondo te, come prosegue la storia? Scrivi due paragrafi per continuare la narrativa. Dovreste usare sia il passato prossimo/remoto che l’imperfetto.


Se volete sapere come finisce la favola originale, la storia continua qui.

Se volete ascoltare la fiaba, ecco due versioni “audiolibro”: Letto da Sauro Savelli e Letto da Maria

 

Introduzione

L'imperfetto esprime la durata o la ripetizione nel passato e, in più, è generalmente utilizzato per descrivere oggetti, persone, oppure uno stato di cose, un sentimento, una condizione, ecc. nel passato. È particolarmente frequente all’inizio dei racconti, cronache giornalistiche, favole, ecc. per descrivere la situazione di sfondo.


Forma

Nella maggior parte dei casi, si forma l’imperfetto togliendo la “-re” dall’infinito dell’verbo e aggiungendo la fine appropriata (-vo, -vi, -va, ecc.). 

 disegnare

 pulire

 mettere

 io disegnavo

 io pulivo

 io mettevo

 tu disegnavi

 tu pulivi

 tu mettevi

 lui/lei disegnava

 lui/lei puliva

 lui/lei metteva

 noi disegnavamo

 noi pulivamo

 noi mettevamo

 voi disegnavate

 voi pulivate

 voi mettevate

 loro disegnavano

 loro pulivano

 loro mettevano

 

A questo schema ci sono poche eccezioni: fare = facevo, facevi, ecc.; dire = dicevo, dicevi, ecc.; bere = bevevo, bevevi, ecc., essere = ero, eri, era, eravamo, eravate, erano. Si nota che, nel caso di fare, dire, e bere, la forma è, in certi sensi, ancora regolare, se si considera che è basata sui verbi latini (facere, dicere, bevere) da cui derivano.


NB: lo schema è anche abbastanza regolare per i verbi -arre, -orre, -urre. In questo caso, si aggiunge la fine appropriata (-evo, -evi, -eva, -evamo, -evate, -evano) alla radice corrispondente, evidenziata in neretto nella seguente tabella.

 trarre (e simili)

 porre (e simili)

 tradurre (e simili)

 io traevo

 io ponevo

 io traducevo

 tu traevi

 tu ponevi

 tu traducevi

 lui/lei traeva

 lui/lei poneva

 lui/lei traduceva

 noi traevamo

 noi ponevamo

 noi traducevamo

 voi traevate

 voi ponevate

 voi traducevate

 loro traevano

 loro ponevano

 loro traducevano

 

ESERCIZIO #1: LA FORMA

Completate le frasi coniugando il verbo all’imperfetto.

ESEMPIO: Quando _________ (andare) all’università, _________ (leggere) tanti articoli di ricerca. > Quando *andavo* (andare) all’università, *leggevo* (leggere) tanti articoli di ricerca.

  1. Mentre Davide (andare) al parco, ha incontrato suo cugino che (camminare) verso casa.
  2. “Tu (poter scegliere) qualsiasi argomento della tesi, ma sono contenta che tu abbia scelto il caporalato”
  3. La realtà è che quando Vittorio (recarsi) a lavoro, i capi non lo (prendere) sul serio.
  4. Quando i miei nonni (essere) in vita, erano molto presenti nella mia vita quotidiana. 
  5. All’università voi (porre) molta attenzione ai dettagli.
  6. La mia coinquilina (pulire) mentre (ascoltare) la musica ad alto volume. 
  7. Quando io (frequentare) la classe di cinese (tradurre) ogni cosa!
  8. Mi ricordo di te! Quando io (essere) nella tua classe, tu (scrivere) buonissimi appunti!
  9. Tu (dover avere) una memoria selettiva al liceo per non ricordarti Hegel.
  10. Marco (possedere) un ristorante. Quando (lavorare) non (aprire) prima delle sette di sera. 
  11. Napoleone (condurre) un grande esercito!
  12. Ho finito di lavorare prima di loro perché mentre loro (trarre) conclusioni affrettate, io (consultare) il manuale.
  13. Andrea (voler diventare) specialista in chirurgia prima di scegliere pediatria.
  14. Con gli orari da studente, Marco, Veronica e Lucia (dormire) poco.
  15. Durante la maturità, Marco (andare) a studiare al bar perché i lavori in casa lo (distrarre) troppo.
  16. Quando Martina vi ha visti, (bere) un bel bicchiere d’aranciata.

 

Usi

Questo tempo è detto imperfetto perché spesso riferisce ad un’azione in corso di svolgimento nel passato, fatto in un periodo senza un inizio e una fine molto chiari nel contesto della narrazione. In un certo senso, quindi, la finitezza dell’inizio e della fine dell’azione è “imperfetta.” Esempi di contesti in cui si vede il tempo imperfetto sono:

    1. Erano le undici. L'Ucraina era in guerra da sette ore. … A Hostomel era un inferno…” (da “Hostomel un anno dopo: Cosa resta dell’aeroporto dove fallì il blitz russo per occupare Kiev” di Fabio Tonacci)
    2. In questa zona c'è una grande parete di ghiaccio, e si passa in mezzo a ripidi costoni fra rocce, neve e ghiaccio, strapiombi e canaloni. Faceva bel tempo, il cielo era sereno e la visibilità era buona. Condizioni ideali. In realtà gli esperti non avevano mancato di raccomandare prudenza.” (da “Una nuova strage sugli Alpi” di Roberto Bianchin, 6 agosto 1997)

  

Un altro uso molto comune si affaccia quando si narra un evento nel passato, dove l’imperfetto è contrapposto al passato prossimo (o al passato remoto, come si è visto nella lettura iniziale e in diversi esempi in questo capitolo). Questo succede perché raccontare una storia richiede sia la descrizione di un'ambientazione (azioni abituali, atmosfera, luoghi e persone) per cui si usa l’imperfetto, sia la narrazione di una trama o il susseguirsi di una serie di eventi, azioni, cambiamenti di sentimenti o pensieri, la quale usa il passato prossimo (o remoto). In generale, tutte le storie hanno una cronologia di eventi messi in primo piano, insieme ad uno sfondo di dettagli e descrizioni.

Alla base, quindi, l’imperfetto corrisponde allo sfondo, mentre il passato prossimo (o remoto) corrisponde agli eventi svolti

C'era una volta un mercante che era ricco sfondato. Aveva sei figliuoli, tre maschi e tre femmine; e siccome era un uomo che sapeva il vivere del mondo, non risparmiò nulla per educarli e diede loro ogni sorta di maestri. Le sue figlie erano bellissime: la minore soprattutto era una meraviglia, e da piccola la chiamavano la bella bambina, e di qui le rimase il soprannome di Bella, che fu poi cagione di gran gelosia per le sue sorelle.

Da “La bella e la bestia” di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont, tradotta da Carlo Collodi (1875).

Ecco alcuni avverbi ed espressioni avverbiali che spesso richiedono l’uso dell’imperfetto quando si narra nel passato:  

Ogni anno andavamo in Italia per trovare la nonna.

Da bambino, giocavo sempre all’aperto.

La domenica si riunivano tutti insieme per la cena.

Mia madre mi diceva spesso che dovevo sviluppare l’amore per il prossimo. 

Notate bene la posizione dell’avverbio, che va o subito prima o subito dopo il verbo e non in altri posti nella frase.

È erroneo dire, ad esempio:

**Da bambino, giocavo all’aperto sempre. (Da bambino, giocavo sempre all’aperto.)

**Spesso mia madre mi diceva che dovevo sviluppare l’amore per il prossimo. (Mia madre mi diceva spesso che…)

 

ESERCIZIO #2: USI ED ESPRESSIONI AVVERBIALI

Cosa facevi quando eri giovane? Scrivete un paragrafo di almeno 7 frasi e usate almeno 5 delle espressioni avverbiali dalla seguente lista nel paragrafo: ogni giorno/mattina/mese; generalmente/normalmente/di solito; d’abitudine; sempre; spesso; da bambin*/da giovane/da piccolo; il lunedì/il martedì/ecc.; improvvisamente/immediatamente; presto/tardi. 

 


L’imperfetto è anche usato per esprimere la contemporaneità di due eventi svolti allo stesso momento o nello stesso periodo. In questa costruzione, è molto comune l’uso dell’avverbio “mentre” nonostante il fatto che ci sono molte maniere per indicare la concorrenza delle azioni.

Mentre parlavo con il babbo, il mio coinquilino suonava la chitarra.

Guido giocava a carte mentre la moglie preparava la cena.

Al concerto di Lindsey Stirling, lei suonava il violino e ballava tutto il tempo.

Durante gli studi universitari, Lino lavorava molto e si divertiva il weekend.


A volte un’azione in corso può essere interrotta da un’altra. In tale caso, si usa il passato prossimo per l’evento che interrompe quella in corso (per la quale si usa l’imperfetto).

Mentre Giacomo faceva i compiti, si è addormentato.


Il passato prossimo si usa per attività che sono durate un determinato periodo di tempo, con un inizio e una fine precisi (per più sul passato prossimo, riferite al capitolo I tempi composti del passato). Al contrario, il tempo imperfetto si usa per durate indefinite. Considerate questi esempi:

Periodo definito:

  • Sono stato a Roma solo qualche giorno prima di tornare a casa.
  • Da quando Lucia è diventata presidente del club italiano, è stata molto impegnata.


Periodo indefinito:

  • Nonostante studia l'ingegneria adesso, prima era una studentessa di storia dell'arte.
  • Quando ero bambino, il quartiere era un vilaggio e tutti si conoscevano e si salutavano.


NB: alla fine è l'intero contesto a determinare quale di questi due tempi passati utilizzare e non un determinato avverbio. Ad esempio, nelle frasi che seguono, la stessa espressione avverbiale, “un giorno,” richiede l'imperfetto o il passato prossimo, a seconda del contesto.

  • Un giorno mio padre era in cucina a lavare i piatti. (più una descrizione del padre)
  • Un giorno si è ammalato gravemente. (la malattia è arrivata in un momento/giorno preciso)

 

ESERCIZIO #3: CONTEMPORANEITÀ

Completate le frasi, scegliendo tra l’imperfetto e il passato prossimo, secondo ciò che richiede il contesto. 

ESEMPIO: Quando Monica _________ (abitare) a Firenze, dal balcone di casa sua _________ (vedere) spesso alcuni ragazzi che _________ (giocare) a pallone nel cortile. > Quando Monica *abitava* (abitare) a Firenze, dal balcone di casa sua *vedeva* (vedere) spesso alcuni ragazzi che *giocavano* (giocare) a pallone nel cortile.

  1. Ieri pomeriggio, mentre io (guardare) le vetrine, (incontrare) alcuni miei vecchi compagni di classe e (andare) a prendere una spremuta d’arancia e un succo insieme.
  2. Quando Gaia (essere) bambina, (andare) sempre al mare a Gallipoli.
  3. Mentre Luigi e Sofia (comprare) i regali di Natale, io e Vittorio (decidere) di fare un viaggio in Africa con i nostri amici.
  4. Da giovane, Anna (viaggiare) molto e per un lunghissimo periodo (vivere) a Londra. 
  5. Ieri, mentre Gabriella (essere) in ufficio, Silvia (rimanere) a casa perché (avere) la febbre e (voler dormire) tutto il giorno.
  6. Elisabetta (guardare) la TV, quando improvvisamente (sentire) un tuono.
  7. Quando Roberto e Carlo (dovere partire) per le vacanze, c’ (essere) uno sciopero dei mezzi e (dover dormire) in aeroporto.
  8. Quando noi (lavorare) in Francia (conoscere) molti francesi che (amare) la lingua italiana.
  9. Mentre lui (aspettare) l'arrivo dei suoi amici, Anna (ascoltare) il nuovo album di Blanco.
  10. Stamattina, io (scrivere) una lettera alla mia cara Simona mentre in realtà (dover studiare) per l’esame di chimica organica.


QUIZ COMPRENSIVO

Parte prima. Completare il racconto col tempo verbale appropriato, scegliendo tra l’imperfetto e il passato prossimo.

Ieri mattina, mentre io (guardare) felicemente la partita di pallavolo al bar, (incontrare) per caso alcuni miei vecchi amici di scuola. Durante gli anni della scuola superiore noi (andare) spesso a casa di Andrea per guardare le partite in TV. Dopo aver chiacchierato a lungo al bar, (andare) a prendere un gelato insieme. Quando (essere) in gelateria, la mia amica Veronica (cadere) facendosi molto male. In più, il gelato (essere) su tutta la maglietta! Mentre la (pulire), mi (rendere) conto che la macchia (diventare) solo più grande.

Parte seconda. Leggete il seguente paragrafo. Poi, per le frasi in corsivo, inserite l’avverbio indicato nella sua posizione corretta.


ESEMPIO: Amava stare insieme ai compagni. (di solito) > Di solito amava stare insieme ai compagni.


Quando Carlino aveva 7 anni abitava con la sua famiglia in un palazzo nel centro di Napoli. Carlino era un bambino allegro. Anche se a scuola non imparava facilmente e non riceveva buoni voti si sentiva bene. Amava stare insieme ai compagni. Si divertiva a fare degli scherzi al professore. Carlino giocava a calcio con gli altri bambini. Quando il papà gli diceva di leggere un libro, Carlino gli rispondeva che preferiva giocare. Il fine settimana Carlino andava dai suoi nonni che abitavano in un piccolo paesino in campagna. La nonna gli preparava i suoi piatti preferiti. Quando faceva bel tempo, usciva dopo il pranzo per andare in giro con la bicicletta.

  1. Carlino era un bambino allegro. (generalmente)
  2. Carlino giocava a calcio con gli altri bambini. (ogni tanto)
  3. Il fine settimana Carlino andava dai suoi nonni... (spesso)
  4. La nonna gli preparava i suoi piatti preferiti. (sempre)

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